giovedì 6 giugno 2013

Tutti giù per terra


A dire la verità, ti era anche stato detto. A forza di lanciare frecce così a caso si sa come va poi a finire. Quando poi te ne serve veramente una, vai per prenderla e ti accorgi che nella faretra non ce n'è più.

Poi è la solita zolfa: imprechi con la sorte, ti stracci le vesti, fai il diavolo a quattro, quelle cose lì insomma, ci siamo capiti. Ma, in buona sostanza, l'hai combinata grossa, punto e basta. Ti è arrivata l'opportunità buona, l'occasione giusta e te la sei lasciata scappare.

A questa considerazione ci arrivi a bufera finita, sbollita la sfuriata, con quel po' po' di roba che la tua ira furibonda ti ha spinto a spargere per terra: stracci di vesti un po' qui e  pezzi di diavolo e faretra un po' la. Poi rifletti.

Tutto sudato e trafelato, ma finalmente calmo, ti accorgi non aver centrato la tazza facendola per terra. Questa volta pero non è che arriva la mammina a ripulire tutto. Questa volta tocca a te farlo:  ginocchi per terra, straccetti al seguito e giù a fare il lavoro sporco, quello che non avresti mai voluto fare. Ma alla fine lo fai.



Continui a riflettere su come cazzo possa essere successo. Arrivi a portare  giustificazioni ignobili sul come tu possa essere diventato disarmato. Mentre ti accorgi che il tuo pannetto sta diventando umidiccio della tua cosetta, e la cosa non ti piace affatto. In preda a ritorni di orgoglio, ti giustifichi: cazzo, in fondo avevo ragione per questo; cazzo, avevo ragione per quest'altro; la colpa è di Tizio, ma, cazzo, ora che ci penso è anche colpa di Caio.

Insomma, per farla breve,  scansato pezzi di faretra e stacci di vesti, finisci la pulitura della fuoriuscita della tazza, e ti rialzi con l'orgoglio bello già bello rigonfiato, proprio come un bel materassino pronto per essere rilanciato in acqua.
Con quello sottobraccio, costretto, a scapito della tua dignità ti fai ricaricare la faretra accettando qualche ignobile compromesso.  

A già è rotta! Ma che problemi ci sono, visto che ci sei 
ricomprati anche quella!

E così pronto per nuove imprese riparti, caro il mio Don Chisciotte. Ad attenderti ci sono tanti altri bei mulini su cui puoi lanciare tutte le frecce che vuoi, senza bisogno di stare a contarle. E poi se finiscono, alle brutte, se i mulini ritornano a essere i problemi della vita, farai come hai fatto la volta prima. O no?

Racconti - Gomitolo



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