sabato 21 settembre 2013

I personaggi di Infinite Jest - D.F. Wallace


Per seguire Infinite Jest non ci si può affidare a un unico intreccio. Ma se per voi ciò è
questione vitale, allora ricorrete a una filiera a cui agganciare tante storie da seguire in parallelo con tutta l'attenzione possibile.

Ma questo, non è un aiuto! 

Secondo me il trucco per godersi al meglio questo libro è l'opposto: non aggrapparsi a trame e sotto trame, e farsi guidare dall'espressività dei personaggi e considerare le storie di cui fanno parte il mezzo e non il fine. 

Magari utilizzando un po' di chiavi di lettura alle quali ricorrere ogni qual volta se ne presenterà l'esigenza.

Non volendo tediare nessuno a far la conta di quante ce n'è nel mio mazzo, la faccio breve descrivendone una sola (magari in futuro ne presenterò un altra, chissa'), quella che secondo me è la più bella e funzionale: l'uso del linguaggio dei personaggi. 
Fateci caso,  se ciò è specifico e funzionale alle storie che F.Wallace intende raccontare.

Un esempio pratico lo trovate nel  capitolo a pag. 153 dal titolo 30 Aprile - ANNO DEL PANNOLONE PER ADULTI DEPEND.

Roba trita, gente! Tre personaggi fantastici: C, Povero Tony, il Vostro, vanno in giro a rapinar gente, non senza prima averli pestati bene, bene:
nei personaggi di F. Wallace, il  farsi di droga  è sempre e comunque un bel filo  della nostra filiera a cui agganciarsi.


I personaggi vanno seguiti in apnea, e per imporre a noi lettori di metterci a correre con loro, Foster Wallace si affida allo  "slang" de "il Vostro"( l' "Io" narrante che descrive la storia),  e una punteggiatura quasi inesistente. Una gustosa corsa continua, che  si concludera' solo quando i soldi estorti a chi incontrano per strada, prima fermati e poi pestati, arriveranno a essere nella misura giusta per ottenere da Wo, uno spacciatore cinese, la tanto sospirata dose per farsi.

Il linguaggio più che diretto del personaggio narrante, il ritmo frenetico della corsa di quei tre, la sensazioni di disagio che si avverte quando si realizza ciò che effettivamente gli succede, non fa in tempo ad amareggiarci perché troppo divertiti dall'impianto narrativo adottato da F.Wallace. 

Per rendere l'idea ricorro a una equazione da usare con le giuste proporzioni: Quentin Tarantino sta a Pul Fiction come F.Wallace a questo capitolo.
Tutti e due si affidano alla capacità espressiva dei loro personaggi per far intendere a chi gli segue tutta la loro forza espressiva, e tutti e due gli artisti, nelle loro due opere migliori, ce la fanno, eccome se ce la fanno!



INFINITE JEST - David Foster Fallace
Edizione Einaudi
Pagina 153