giovedì 13 giugno 2013

Ricordati di santificare le feste


Il suono delle campane che chiamano alla messa domenicale entrano dalle finestre, che apro per arieggiare le stanze, e  mi esortano a spicciarmi.

 Allora sistemo il cappellino davanti allo specchio, indosso il cappotto, prendo la borsa e sono fuori.
Stamattina c'è un bel sole anche se l'aria è ancora fredda.

A Saint Paul piove sempre e una giornata come questa è un dono da sfruttare restando all'aperto il più possibile: che so: un picnic, una partita a pallone. 

Quanto mi piacerebbe mangiare anche solo un panino al sole.

 I rintocchi adesso sono  ritmati.
 Non so perché ma il suono delle   campane mi mette in allerta,  e allungo il passo.

Da casa mia alla chiesa ci sono dieci minuti di cammino svelto, io ho le gambe allenate e, quando sono in forma, di solito in sette minuti ce la faccio.

Mi fermo a salutare la mia amica Fiona, che mi chiama dalla finestra , dice  che ha il  raffreddore e mi chiede di scusarla con don Geraldo, le consiglio una tisana di zenzero fresco e mi rimetto in cammino.

Dopo cinque minuti scorgo la sagoma  e  del signor Danieli , un poco più che centenario che barcolla aggrappato al suo immenso deambulatore,  oh no…non arriverò mai in tempo!


La strada che attraversa il mio paese è molto stretta ed ha un solo marciapiede, tante volte quando mi sono accorta di lui  ho pensato di attraversarla e di percorrere l’altro lato della carreggiata ma non c’è marciapiede e  si rischia di venire travolti dalle auto che provengono dal senso contrario, quindi  non ci sono scappatoie, dovrò rassegnarmi a fare tardi.

- Buon giorno Signore -
- Buon giorno signorina Evelina- mi risponde subito il vecchio, borbottando
- Mi scusi si potrebbe far da parte che sennò arrivo tardi alla funzione?
Lui bofonchia e poi mi risponde,  dopo una esitazione di qualche minuto 
- Signorina  diventerà vecchia anche lei sa, è inutile che si dia tanta pena ...Ah, Norma me lo diceva sempre: Jonny non dobbiamo diventare vecchi che i giovani si spaventano...-


- Povera Norma, ci manca a tutti...- sussurro per smorzare al più presto quella conversazione.

Mi sto indispettendo,  adesso dovrò trovare una scusa plausibile per giustificarmi con Don Albert, certo non posso dirgli che la  sua pecorella più vecchia mi ha ostacolato il cammino, mi sgriderebbe:
- Se si fosse alzata prima sarebbe arrivata in tempo, non dia la colpa a quel povero vecchio...- e io sarei arrossita di imbarazzo davanti a tutti.

 In effetti a me la Domenica piace dormire fino a tardi e poi farmi un lungo bagno caldo, dopotutto è il mio unico giorno libero dal lavoro!
 A questo punto, però,  mi devo dare per vinta e prepararmi in anticipo alla sgridata che propina ai ritardatari:
-  L'ozio è il padre dei vizi...-
- Chi dorme non piglia pesci...-

Fra l’altro Don Geraldo sa che sono una buona marciatrice e che se arrivo tardi alla funzione è solo per pigrizia…


Intanto Osservo il signor Danieli  dondolarmi davanti con la sua andatura strana  e mi viene da guardare l’orologio .


 - Evelina devi metterti il cuore in pace – sussurro a me stessa, ancora  non del tutto rassegnata.

Intanto stiamo percorrendo il  Ponte Nuovo, il ponte più lungo di Saint Paul che è stato abbattuto, durante la guerra, ricostruito quasi subito dopo,  e  che adesso è vecchio e malandato come l'uomo che mi precede.

- Attento signore, il parapetto  è troppo basso e pericoloso, non vi avvicinate  troppo...- Grido
- Grazie Evelina, sono solo  cento anni che lo attraverso e non me ne sono mai accorto prima... ah ah-  si mette a ridere prendendomi in giro.


Io ingoio la saliva  offesa e intanto penso che se  riuscissi a passargli avanti e a tagliare  per la collina, passando poi per il campo da rugby della parrocchia potrei arrivare in tempo.

Quasi ipnotizzata dal dondolio del vecchio mi accorgo,  inaspettatamente, che si è avvicinato troppo è che ha il busto quasi tutto fuori.  

Allora mi avvicino più che posso e urlo a perdifiato
- Attento !-
Poi mi aggrappo alla sua giacca e lo spingo giù. Lui non ha il tempo di gridare.

Aspetto che il  mio cuore smetta di rimbalzarmi nel petto e che il signor  Danieli finisca la sua corsa, la più veloce della sua vita, poi, finalmente,  passo avanti e taglio per la collina.

Billa

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