Mi chiamo Furio Garioia e lavoro nella merceria di mia proprietà in via S. Lorenzo a Firenze. Tutti i giorni ho a che fare con signore e signorine ostinate che mi fanno arrampicare su per scaffali o scendere negli scantinati a cercare un macramè antico o un filato di lino purissimo.
Due giorni fa ho scorto la ragazza della mia vita. E’ entrata nel negozio e si è subito bloccata, stupefatta, a guardare gli scaffali ricolmi di merce. Io allora mi sono mosso, da dietro il banco e le sono andato incontro. Lei si è girata di scatto, come se si risvegliasse di colpo da un sogno, e mi ha sorriso.
- Si, grazie. Sto cercando della seta di un colore particolare, non so se lei può aiutarmi. – Disse coprendosi per un istante la bocca con la mano destra .
- Potrei controllare, se mi premette – Sussurrai, quasi scusandomi per il troppo zelo.
Alzai gli occhi su di lei: era bellissima. Indossava un abito di mussolina color geranio,stretto in vita da una cintura dello stesso tessuto, sui capelli scurissimi, tagliati "alla maschietta",
portava un cappello bizzarro con la tesa corta, chiuso da due fiocchi neri alla gola, non avevo mai visto cappelli così.
- Se pensa, di esserne capace, grazie. Ha presente il colore del cielo? – Bisbigliò avvicinandosi per farsi sentire meglio, ed io percepii un profumo di violette che tutt'ora, quando lo sento, m’inebria i sensi.
- Azzurro. – risposi istantaneamente.
Lei mosse la sua bella testolina facendo segno di no ed io arrossii.
- Ha ragione ci sono tante tonalità d’azzurro se mi segue le faccio vedere qualcosa. – Dissi, cercando di recuperare la mia aria professionale, e sperando, in cuor mio, che lei non si decidesse mai e che quindi mi rimanesse vicina per molto tempo.
- La precedo! – Esclamai e raggiunsi il bancone, quasi di corsa, provando a nascondere l'emozione sconosciuta che mi stava pervadendo.
Salii sulla scala di legno,sempre più emozionato, inciampando sui gradini levigati, e, quando arrivai di fronte alle mensole più alte, presi sottobraccio due pezze di tessuto di seta e ridiscesi di sotto dove li aprii, sapientemente, stendendole sul banco. Timidamente osai guardarla di nuovo, cercando di scoprire dai suoi occhi se li gradisse, e spiegai.
Salii sulla scala di legno,sempre più emozionato, inciampando sui gradini levigati, e, quando arrivai di fronte alle mensole più alte, presi sottobraccio due pezze di tessuto di seta e ridiscesi di sotto dove li aprii, sapientemente, stendendole sul banco. Timidamente osai guardarla di nuovo, cercando di scoprire dai suoi occhi se li gradisse, e spiegai.
- Sono due sete diverse ed è diverso anche il tono … -
Lei mi interruppe di colpo .
- Non so, potrebbe andare ma…..- E girò di nuovo lo sguardo a destra e sinistra come se cercasse ancora qualcosa.
- Pensa che un po’ più scura la tinta sarebbe meglio? – Esclamai, cercando di attirare l’attenzione della donna più bella che io avessi mai visto, e lei annuì, allora tornai su per la scala. Cercai più in fondo nell'ultima scansia, allungandomi col busto e con le braccia ,e quando trovai la pezza di seta Reale, del tipo extra sottile, la più bella che avevamo in negozio, tornai giù e andai al banco, dove ne stesi una parte facendola frusciare sul bancone.
- Questa è una seta Reale purissima, la più preziosa in commercio. Guardi se le aggrada il colore, è un blu Savoia; secondo me è molto bella! – Dissi sorridendole.
- Sì, mi piace. Ne prendo quattro metri-Dichiarò senza alzare lo sguardo su di me poi aggiunse:
- Mi servirebbe anche del pizzo inglese, ne avete? – Enunciò con la sua voce roca e io mi mossi di nuovo.
Mi chinai sotto il banco e tirai fuori, da un cassett,o due scatole piatte di cartone ondulato color cremisi, ne presi una la aprii e tirai fuori un antico merletto ,ad ago, inglese e glielo mostrai tenendolo fra le dita per dimostrarle la finezza del ricamo. I suoi occhi, d’improvviso, s’illuminarono ed io mi sentii al settimo cielo.
- E’ bellissimo, non ne ho mai visti di così belli, complimenti. Va bene l’intera pezza.. -
- Grazie, lei è stato preziosissimo – Mi salutò infine, raggiungendo la cassa dove le fecero il conto, e uscì in strada.
Io la seguii, spiandola dalle vetrine per capire dove fosse diretta, ma lei sparì ai miei occhi ed io dovetti rimettermi al lavoro, con il cuore a pezzi. Da quel giorno quella ragazza non è mai più entrata nel mio negozio. Ho inseguito molte volte, nelle strade della mia città, signore vestite d’azzurro Savoia o di rosso ma lei non l’ho mai più incontrata.
Poi il tempo è passato, mia madre è morta ed io mi sono dovuto sposare, per avere un aiuto in negozio. A mia moglie però ho regalato l’abito per le nozze che ho fatto confezionare nello stesso pizzo inglese di quel giorno.
note di lana di billa
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