domenica 12 gennaio 2014

Arte: istruzioni per l'uso - Parte seconda

Uno che in fatto d'arte la pensava come me: visse  nel IV sec. a.C.; faceva il Papa e si chiamava Gregorio Magno.

Di fronte ai teoremi su come organizzare il culto della religione cristiana verso i proseliti nelle prime basiliche romane, fu da una parte concorde con chi non voleva all'interno di esse statue per non dare un idea di continuità col culto degli dei mitologici, ma sui dipinti fu categorico:
"la pittura può servire all'analfabeta quanto la scrittura a chi sa leggere."


E comunque anche su questa metafora c'è chi ci ha ricamato sopra, mettendola in discussione:  a dimostrazione che il concetto di praticità dell'arte, almeno per me, è e rimane una idea vincente.

In un libro che adoro,  "Il giuoco del mondo", il suo autore Julio Cortazar, nel Circolo del Serpente, mette in scena un duetto tra Perico, lo scrittore, e Etienne, il pittore.
Cito testualmente dal capitolo Nove 
 - Spiegare, spiegare, - borbottava Etienne. - Se non nominate le cose, neppure le vedete voi. E questo si chiama cane, e questo si chiama casa, come diceva l'uomo di Duino. Perico bisogna mostrare, non spiegare. Dipingo ergo sum.
- Mostrare cosa? - disse Perico Romero.
- Le uniche giustificazioni che siamo vivi.
- Questa bestia crede che non esista altro senso che quello della vista e le sue conseguenze, - disse Perico.
- La pittura è ben altro che un prodotto visibile, - disse Etienne. - Io dipingo col mio corpo, in questo senso non sono diverso dal tuo Cervantes o dal tuo Tirso non so più cosa. Quel che non mi va giù è la mania delle spiegazioni, il Logo inteso esclusivamente come  verbo.


In altre parole, come dico io nel mio intervento su questo blog "Arte: istruzioni per l'uso", l'arte serve per  
sfamare l'animo
Ripeto: uno quando ha fame, tanta fame, apre la credenza e afferra il primo tozzo di pane che trova, senza teorizzare il motivo per cui è stato spinto a farlo.
Anche in scrittura questo problema è stato comunque affrontato: scrivere andando al sodo, intendo.  
Stephen King, nel suo adorabile On writing insegna  magistralmente  il senso pratico dello scrivere per essere facilmente letti.


Insomma quanto descritto in questo e nel mio precedente intervento Arte istruzioni per l'uso conduce sempre alla soddisfazione del bisogno primario; tenendo sempre ben presente che sia in arte che in scrittura vale sola la regola del "non fingere" andando subito alla sostanza delle cose. 

Arrivo a dire che tutto ciò che è strumento atto al soddisfacimento del bisogno primario è utile e assolutamente da portarsi dietro nella inseparabile propria "cassetta degli attrezzi", ma mai anteporre i mezzi al fine.

Per cui apprezziamo un quadro e un testo quando questi sollevano le tue esclusive emozioni, e non perchè altri hanno deciso che ciò debba essere fatto. Fingeresti a te stesso, facendo torto ai tuoi sentimenti.


Racconti d'arte - Gomitolo

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