Passi davanti a un negozio.
Ti soffermi: non lo avevi mai fatto prima. Allora perché questa volta sì e tutte le altre volte ti sei limitato a passargli solo vicino?
In fondo la roba, su per giù, era la stessa. Sì, ma questa volta è diverso.
Ok, ma perché?
Cinture bullonate, giubbotti col chiodo, caschi darcheggianti, magliette con diti medi a stagliarsi su fruit nere, insomma tutte quelle cose di colpo ti sembrano interessanti.
Ma non è questo il vero motivo, ora ve lo dico.
Perché quei fetentoni del negozio passano della musica giusta.
Vai, detto.
E quindi che si fa in questi casi? Ovvio, si entra.
Ma a te quella roba piace? No, mai piaciuta, confermo.
Questo comunque non è un buon motivo per non varcare la soglia, giusto?
Bene, sono entrato.
Prima cosa controllare l'acustica: le casse sono delle Bose, le ho riconosciute; sono parecchie, e messe nei posti giusti.
E mentre tasto giubbotti di pelle nere con fibbie sparse da tutte le parti, un pischello con la cresta armeggia sotto il banco e, udite, udite, sapete cosa fa lì sotto? Mixa qualcosa. Percepisco subito essere roba grandiosa, molto grandiosa: è un inizio di un pezzo anni ottanta, che quando venne suonato per la prima volta forse era nei pensieri di chi ha messo mondo, 'sto Cocix.
Ma voglio pensare che questi due in fatto di musica la sapevano alla grande, se poi 'hanno trasmessa per DNA i gusti al figlio.
Sì, sì, sì! Sì, è uno dei miei pezzi preferiti in assoluto. Uno dei primi, ma che dico trentatré, uno dei primi dieci pezzi da portarsi in un isola deserta; una canzone da sentire come ultimo desiderio davanti a un plotone di esecuzione.
La chitarra elettrica da due "gozzate" e sale in cattedra.
Spero tanto che quel coglione di ragazzo dai genitori grandiosi, gliela dia una bella girata al volume dello stereo, da far schizzare in aria le Bose.
Mi ha sentito, mi ha sentito: si è nuovamente abbassato!
No, io non gli ho detto niente ma evidentemente ha capito.
Ma che ha fatto?
Ha abbassato il volume, cazzo. Allora non ha inteso una beata mazza!
Quando risale gli lancio un'occhiatacccia; la mia mano destra gli sta facendo segno di avere fatto una cazzata, e la sinistra lo esorta alla rapida correzione.
"Alzo?" Mi chiede timoroso.
"Alla gande" rispondo.
E lui obbedisce. Lo fa prima che
Mark Knopfler cominci a lanciare il primo messaggio di
Tunnel of Love dall'album
Making movies: "
Getting crazy on the waltzers ……" e poi via al galoppo con i Dire Straits.
Con quel pezzo a tutto fuoco, i giubbotti chiodati diventano degli stupendi giubbotti chiodati, i caschi? I caschi, fantastici: prima o poi, penso che dovrò comprarmene uno, e un bel calcio a quello vecchio; e in fondo, diciamola tutta: un bel dito medio su una maglietta nera, bè "staglia" bene.
Il pollice e il medio della mia mano destra schioccano che è una bellezza, e il mio tallone su quel parquet consumato, anche se calzo scarpe da ginnastica, mi sa che se lo sentono rimbalzare un po' tutti.
"
… on the tunnel of love" ci sorprendiamo a cantare io e quelli laggiù alle casse.
E giù per quei corridoi che con la scusa di ciancicare roba, mi godo quella canzone che mi ricorda mille emozioni.
Siccome il cliente ha sempre ragione, mi lasciano ascoltare senza missaggio, e va bene così, il pezzo subito dopo:
Romeo and Juliet in onore, anche se loro come possono saperlo, dei miei arpeggi di quella canzone che da pischello provavo a riprodurre sulla mia chitarra. Un ritmo più lento ben si addice in quel momento, visto che ero alle cinture. Cazzo, come sono brutte! Talmente brutte che ne ho adocchiata una che sui miei jeans potrebbe stagliarsi alla grande.
"Vuoi vedere che me la compro?" Mi domando.
"Ma certo?" Presa.
Me la sto provando: sì, è senz'altro una provocazione che faccio a me stesso. Come del resto lo è la terza canzone di quell'album
Skateaway, un ritmo e una cadenza che a poco a che vedere con il paio canzoni precedenti, ma che secondo me nel CD per i più giovani, ma LP per me visto che li ho entrambe ehehehehehe ;).
Serve anche per anticipare il quarto pezzo che secondo me è fantastico :
Expresso love. Con questo pezzo ho ripreso a trottare, visto che sono arrivato ai pantaloni in pelle: ma per comprarmeli, e soprattutto mettermeli, ci vuole un fegato che forse a quarant'anni potevo anche avere, ma che ora a cinquanta suonati, la cosa si fa dura.
Con
Hand in hand, il quinto brano, ne succederanno delle belle. Sono arrivati altri clienti: gente anonima, quarant'enni con pantaloni in piega, i maschietti, e le donne con sottane alla Cenerentola, non quella al ballo col principe, magari, ma quella versione stracci e fornelli, per intendersi.
Questa fila di coglionazzi, ha lo sguardo del tipo "guarda che cazzo, vendono questi" e quando mi vedeno con la cintura chiodata sulla camicia che porto fuori dai pantaloni, penso che si siano anche detti "ecco a chi la vendono".
Sono sicuro che anche colpa mia se il loro passo si accelera verso l'uscita.
Realizzo presto che non è una gran perdita visto che Cocix e soci, alla cassa vicino all'uscita, dopo un striminzito saluto alla banda "anonimi", danno una ulteriore svalvolata allo stereo considerato l'arrivo dell'ultimo pezzo dell'album: l'intramontabile
Les boys.
E mentre pago la cintura, che non ho intenzione di togliermi dalla vita uscendo dal negozio, do anche il cinque, subito contraccambiato.
Grande, veramente un gran bel negozio che consiglio, veramente, gran bella musica.
Dal blog Trentatre
Making movies - Dire Straits
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