Quando sei di fronte all'altrui sofferenza, è dura trovare parole tenere per esprimersi.
Sarà giusto usarle? Porteranno sollievo?
Una volta offerte, se la reazione è scomposta e irritata, arranchi.
D'altronde è ovvio! Cosa se ne possono fare delle tue gentilezze, pensi, quando questo succede.
Ma poi, forse per eccessivo amore, entri in una spirale di dubbi mettendoti in discussione.
E ora? Che faccio, ci riprovo? Sì, ci riprovo, ma se le reazione sarà identica?
Di fronte a questi amletici dubbi metti in discussione tutto te stesso, e questo solo per una reazione che non ti aspettavi:
- questa forza interiore che ti spinge a una pragmatica bontà verso l'altro verrà veramente valutata nella sua completa virilita', come frutto di una consapevole scelta d'amore?
- oppure non sarà mica che questo atteggiamento risulti arrendevole? Un connotato di frustrante rassegnazione: della serie lo faccio perchè mi hai plagiato; senza te non posso stare; trattami pure male, tanto io continuerò a supplicare il tuo amore anche se tu non mi ami (sob)?
Domande si susseguono a domande, quando sono in ballo i tuoi personali sentimenti; delle volte non dormi nemmeno.
Alla fine di tante elucubrazioni arrivi sempre, seppure con enorme fatica, a pensare che l'offerta di una virile bontà paghi sempre.
Arrivi a pensare che sia giusto concedersi all'altro sempre e comunque, anche di fronte a guai inqualificabili: colui che offre dolcezza ha dalla sua la consapevole forza dell'onestà, del suo amore, che se sincero non dovrebbe temere mai niente.
Chi ha il dono di riceverlo non è tenuto a restituirlo in pari dose: non è una gara; e se vorrà rifarsi, ci sarà il tempo per farlo, chi ha il dono riceverlo avra' il tempo di valutarlo nella sua completa interezza.
Secondo me, in amore, figlio o compagna, non fa molta differenza,
Io ad esempio sono molto affezionato a mio figlio: e anche se è maggiorenne non cambia poi niente: l'amore per lui se non è aumentato non è di certo diminuito; tutt'oggi mi trovo spesso ad arrampicarmi su di lui per strappargli un bacio, e penso che in fondo piaccia anche a lui.
Fin da piccolo è astato abituato ad essere accolto con buoni modi e non sempre ricambiati come vorrei. Ma che vuol dire? Vale la regola della virile bonta'.
Rimane l'estrema consapevolezza che volere bene è un diritto da esplicare come meglio uno crede, e non un dovere.
Il solo dovere è non mentire ne a se stessi e ne agli altri: in amore questa è l'unica regola che vale.
Sana e consapevole virile bontà, insomma.
Dipinti di Pascal Vilcollet e Clare Elsaesser
Racconti - Gomitolo
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