venerdì 30 dicembre 2011

Un paio di paragrafi in ricordo di una eterna disgrazia

Ignoro come sopportasse mio padre quella perdita, ma so che non se ne consolò mai. Credeva di ritrovarla in me, senza poter dimenticare che io gliel'avevo tolta; non mi abbracciò mai senza ch'io avvertissi che un rimpianto amaro si mescolava alle carezze nei suoi sospiri e nelle sue strette convulse: il che non me le rendeva se non più tenere. Quando mi diceva: - Gian Giacomo parliamo di tua madre, - gli rispondevo: - Bene, papà, piangiamo allora; - e questa sola parola gli faceva salire le lacrime agli occhi . - Ah! - prorompeva gemendo, - rendimela, consolami della sua perdita, riempi il vuoto che ha lasciato nell'anima. Credi forse che ti vorrei tanto bene, se tu fossi solo mio figlio? - Quarant'anni dopo averla persa, morì nelle braccia di una seconda moglie, ma col nome della prima sulle labbra e la sua immagine in fondo al cuore.
Tali furono gli autori dei miei giorni, e di tutti i doni che il cielo aveva loro prodigato, il solo che mi legarono fu un cuore sensibile; esso aveva fatto la loro felicità, mentre determinò tutte le sventure della mia vita.


CONFESSIONI - Jean Jacques Rosseau
Edizioni BUR
Pagina 25

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